

La foto che vedi è di Francesca di Incontro e Presenza
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Francesca ha 23 anni, e fin dall’inizio dei suoi studi in Scienze dell’Educazione le è stato chiaro che la realtà delle carceri le interessava tantissimo. Per questo, ha scelto di svolgere il suo tirocinio all’interno della Casa di Reclusione di Bollate: era certa di voler lavorare lì come educatrice. Poi, qualcosa è cambiato. In quei mesi si è accorta sempre di più che del carcere le interessava soprattutto l’aspetto autentico di incontro e compagnia ai detenuti, che vedeva messo il luce più nel volontariato che nel lavoro. Così, una volta terminato il tirocinio, ha chiesto l’elenco di tutte le associazioni che operavano nel carcere, e si è imbattuta in Incontro e Presenza, una realtà che già dal nome rispecchiava il contributo che desiderava dare a quel luogo.
Nata a Milano nel 1986, l’Associazione Incontro e Presenza ha infatti come pilastri proprio la costruzione di un rapporto libero con i detenuti e la compagnia alla loro vita nell’attenzione ai loro bisogni nella gratuità, tramite l’assistenza durante il periodo di detenzione e anche dopo la scarcerazione. Ad oggi opera principalmente sul territorio milanese nella Casa Circondariale di Milano San Vittore, nella Casa di Reclusione di Milano-Opera, nella II Casa di Reclusione di Milano-Bollate e nella Casa Circondariale di Bergamo.
Per Francesca, collaborare con gli altri volontari di Incontro e Presenza significa dare un contributo non solo materiale ai detenuti, ma incontrare l’altro e conoscerlo, instaurare legami che vanno oltre il periodo in carcere, andare verso chi è solo. Le storie che sente sono spesso talmente grandi che non ci sono parole di conforto che possano essere quelle ‘giuste’ e a volte si sente inadatta, ma varcando l’uscita del carcere emerge sempre in lei un senso di gratitudine per ciò che a volte dà per scontato, come la libertà o gli affetti. È più quello che sente di guadagnare rispetto a quello che si sente capace di donare.